CAPITAN MARVEL

SPECIALE “LA GUERRA DEI MONDI”

di Fabio Furlanetto

 

CHI VUOLE NON PUO’, CHI PUO’ NON VUOLE

 

La Zona Negativa. Un giorno come tanti altri. Un pianeta come tanti altri. Rick Jones era decisamente nervoso.

-Avessi saputo che stavi in un deserto, Marv, non avrei fatto lo scambio per farti “esplorare” la città…e tanto per migliorare le cose ci sono tre soli su questo pianeta, fa un caldo infernale…

Il suo interlocutore era in un’altra dimensione: a Los Angeles, California, e stava sorvolando la città.

-Non smetti ma di lamentarti, Rick ? Mi chiedo come abbia fatto mio padre a sopportarti…

-Forse perché dovevo lamentarmi di meno. Come va la tua missione, intrepido eroe ?

-Sto prendendo confidenza con la città, se è questo che intendi. In caso di emergenza devo sapermici muovere bene.

-Quale emergenza, Marv ? Voglio dire, non capita mai niente da queste parti…

Da una tasca dei pantaloni di Rick provenne un suono simile a quello di un cercapersone. Riconobbe il suono immediatamente; era solo la seconda o la terza volta che suonava. Era la sua communicard di Vendicatore onorario.

-Questo è l’ultimo posto dove ci si aspetterebbe di ricevere una chiamata…Qui Luke Skywalker.

-Rick, sono Capitan America. Stiamo indicendo una riunione per tutti i Vendicatori disponibili, e tutti quelli coinvolti nella Guerra del Destino possono essere utili. Domattina al palazzo dell’ O.N.U.

-Ci sarò, Cap. Ed anche il mio…amico. Conta pure su di me.

Il volto di Capitan America scomparve dal minuscolo schermo della communicard.

-Non era esattamente quello che speravo. Marv, devi volare a New York. Pare che ci siano dei grossi problemi.

-Come hai fatto a ricevere la comunicazione nella Zona Negativa ?

-Non ne ho idea.

-Forse le Nega-Bande hanno trasmesso il messaggio…oppure potrebbe essere stato il…

-Marv, se vuoi essere un super-eroe, devi lavorare sulla tua concentrazione. New York, ricordi ?

-Ha parlato il super-eroe di professione…

-Scherza pure quanto vuoi. Dall’espressione di Cap ci saranno guai seri. Sei nella serie A dei super-eroi adesso, non dimenticarlo.

-Se è per questo ci sono già da parecchio. Ho affrontato Thanos, Tyrant…

-Ammettilo Marv, sei ancora un pivello. Ricordati che Cap ha chiamato me, non te.

-La prossima volta lascerò che sia tu a scontrarti con l’Uomo Assorbente…

-Ti ricordo che sono stato io a salvarti la pelle…

 

Il giorno dopo, palazzo dell’ONU a New York.

-Non so Rick, mi sento a disagio in mezzo a questi super-eroi terrestri. Ne conosco a malapena un paio, e tutti mi stanno evitando.

-Quasi nessuno ti conosce, Marv, e quelli che ti conoscono…beh, diciamo che non hai una grande reputazione.

-Salve, Genis-Vell. Immagino tu stia parlando con Jones.

-Ah, uh, salve Dragoluna. Piccola la Terra eh ?

-Più che altro eccessivamente affollata. Per chi è cresciuto su Titano questo mondo è stretto.

-Marv, scarica la pelata e cerca di farmi parlare con Cap.

-Mi dispiace di essermene andata appena arrivata, ma ho avuto alcuni problemi con Thanos. Spero che mio padre non abbia fatto troppi danni.

-No, solo un grosso buco nel muro.

-Marv, fammi parlare con Cap prima che inizi la riunione !

-Un momento !

Molti eroi si girarono verso Genis, che si voltò facendo finta di parlare con Dragoluna mentre in realtà rispondeva a Rick.

-Grazie tante per avermi fatto sembrare un imbecille !

-Non che ci sia voluta molta fatica.

Finalmente Cap parla. Con voce ferma ed asciutta narra quel che sa. Coloro che lo conoscono bene ascoltano in silenzio e non nascondono la loro preoccupazione.

Il discorso dura parecchio tempo. Parla di un’immane invasione aliena che sta per iniziare. Genis ascolta attentamente, ed alcuni dettagli gli ricordano i discorsi di sua madre quando descriveva le imprese belliche del padre. Anche se brutali, però, i Kree erano degli angeli a confronto di questi alieni.

Anche Rick ascolta attentamente, e pensa a due periodi della sua vita che non vorrebbe mai ripetere. Prima pensa alla guerra Kree-Skrull, quando salvò la galassia da solo. Si ritrova a pensare a tutte le occasioni che ha perso per essere un eroe, a ciò che avrebbe potuto essere. Poi pensa alla guerra che potrebbe cominciare, ed i suoi pensieri tornano al Trans-Sabal. A quando uccise il suo malvagio dittatore, il Farnoq Dann…e rabbrividisce al pensiero.

 

I piani vengono decisi, le decisioni non possono più essere rimandate. Capitan America sta dando gli ordini ai vari super-esseri.

-Non ho mai visto Cap così teso, nemmeno nella guerra Kree-Shi’ar. Ma questa volta è diverso…non è un conflitto che si svolge dall’altra parte della galassia, ci saranno guerre sulla Terra.

Genis disse sottovoce: -Sono stato anche io sui campi di battaglia, Rick.

-Credimi Marv, tu non hai idea di quello che può succedere in una vera guerra. Io ci sono stato e lo capisco solo fino a un certo punto.

-Capitan Marvel ! – disse Capitan America con voce ferma.

-Dimmi Capitano.

Molti ripensarono a Mar-Vell e si chiesero chi fosse costui per portare il suo nome. Qualcuno pensò alla scarsa reputazione di Genis. Solo quattro persone pensarono alla Guerra del Destino.

-Ti ho fatto venire qua perché ho da affidarti una missione esplorativa. Devi andare dai tuoi amici di Titano ed in avanscoperta presso la Suprema Intelligenza per cercare di scoprire che cosa sanno di questa faccenda. Qualcuno ci ha mandato un avvertimento ed io voglio sapere chi e perché. Sembra proprio lo stile dell’Intelligenza Suprema, ma non escludo anche Immortus, magari in uno dei suoi contorti piani per i Guardiani dl Tempo.

-I Guardiani del Tempo sono morti- interviene Wasp –C’eravamo noi quand’è successo.

-Ho avuto a che fare con queste entità pseudo cosmiche abbastanza spesso da sapere che non puoi esser certo della loro morte nemmeno se hai visto i loro cadaveri con i tuoi occhi- ribatte Cap -Quando si tratta di manipolatori del tempo e delle realtà parallele, poi…Già una volta Thor riferì di esser stato testimone della loro fine, eppure…

-Dai retta a Testa Alata, Genny, lui sa sempre quello che fa- interviene Rick Jones

-Non chiamarmi Genny.

-Nessuno ti chiama Jenny, ragazzo- interviene la Cosa. –Non è un nome di donna del resto?

-Io…oh, lascia perdere, d’accordo Capitan America, parto immediatamente.

-Grazie Capitano. Gli altri possono andare, ma restino a disposizione.

 

Poco prima di uscire, Genis fu fermato da Dragoluna.

-Genis, aspetta. Forse dovrei parlare con Capitan America ed andare io su Titano…

-Persino io conosco la reputazione di Capitan America, ‘luna. Se dice che devi andare allo Starcore, quello è il posto migliore.

-Che Kronos ci aiuti. Dobbiamo sottostare ai comandi di un semplice umano.

-Senti, Dragoluna…sta per esserci una guerra. Tutti saranno estremamente nervosi. Smettila con questo atteggiamento arrogante se non vuoi peggiorare le cose.

-Te lo ha detto Rick, vero ?

-No, Rick non c’entra. I miei giorni da ribelle senza causa sono finiti. Ho capito di non aver bisogno di dover sempre contrastare le idee degli altri, così come tu dovresti imparare a non metterti sempre al di sopra degli altri.

-In te c’è molta della saggezza di Mar-Vell. Stai attento, Genis.

Dragoluna lo baciò su una guancia.

-E tu, Jones…cerca di non stargli troppo tra i piedi.

-Dille di lasciar perdere se non vuole una lavata di capo.

-Dragoluna, forse dovresti lasciar perdere. Non vorrai lavarti il capo…

Dragoluna gli diede l’equivalente mentale di uno schiaffo e si allontanò con passo deciso e nervoso.

-Ehi, che ho detto !?

-Dobbiamo proprio lavorare un po’ sui detti terrestri, Marv. Ora muoviamoci, l’unico altro pelato con cui voglio parlare oggi è l’Osservatore.

 

Genis si proiettò verso l’alto ed in meno di cinque minuti fu fuori dall’atmosfera terrestre.

-Stavo pensando, Marv…forse avrei dovuto avvisare Marlo. Insomma, potevamo dirle che ci sarà una guerra…che potremmo…beh, che potremmo non tornare più.

-Credevo volessi tenerle nascosta la nostra fusione.

-Hai ragione. Però potrei inventare una scusa…

-“Marlo, mi dispiace ma non so quando tornerò, devo andare in guerra e se tornerò potrei trovare la Terra invasa dagli alieni”?

-Sai, finora pensavo che tu non avessi il senso dell’umorismo. Invece ce l’hai. Il peggior senso dell’umorismo di tutta la galassia.

-Credi di essere così spiritoso ?

-Beh, in confronto a te, faccia stellata, Freccia Nera è una sagoma.

-Ah sì ? Beh allora…un momento…che stiamo facendo !? Stiamo cercando di prevenire un’invasione aliena catastrofica e ci mettiamo a scherzare ?

-Se non avessi avuto il senso dell’umorismo, Marv, sarei schiattato anni fa. Prova a galleggiare nella Zona Negativa per una settimana senza vederne il lato comico. Prova a non sdrammatizzare quando ti ritrovi senza l’uso delle gambe, o quando ti dicono che il tuo migliore amico è stato disintegrato da una bomba gamma…e poi vediamo se riesci a non impazzire.

-Ci stiamo avvicinando alla Luna, Rick. Sei sicuro che ci lasceranno passare ? La Suprema Intelligenza è guardata a vista da agenti S.H.I.E.L.D, non faranno entrare chiunque.

-Sono sicuro che Cap li ha avvisati.

-Capisco. Un’ultima cosa, Rick…quale sarebbe il lato comico del galleggiare nella Zona Negativa per una settimana ?

 

New York, un anonimo grattacielo. Un uomo sta osservando il cielo, le mani dietro la schiena, quasi una statua inamovibile.

Alle sue spalle una voce che ha ben poco di umano.

-Riesci a percepire l’invasione ?

-Sì, la sento. Ma osservare il futuro è sempre più difficile.

-Potrei aiutarti.

-No, poteri come i nostri non si mischiano. Non disturbarti ad intervenire, la faccenda si risolverà da sola.

-Dovremmo approfittarne ! Schiacciare sia gli invasori che i microbi che infestano questo mondo !

-Con calma, mio impaziente alleato. Con calma.

 

Una volta arrivato nella Zona Blu, Capitan Marvel fu immediatamente scortato dalla Suprema Intelligenza. Tutta la base era in allerta, pronta a fare d’appoggio alle forze terrestri. Una volta inserito un codice la spessa porta si aprì. Ai lati si intravedevano i meccanismi che avrebbero fatto scattare una parete di titanio ed adamantio secondario in caso di allarme.

-E’ tutto tuo, Capitano. Hai l’autorizzazione per stare da solo con lui…se riesci a non impazzire.

-Può andare, agente Simmons- disse la Suprema Intelligenza, con un lieve sorriso sulle sue labbra inumane.

-Bene bene bene…non mi aspettavo di rivedere mister cespo di lattuga così presto.

-Anche la tua visita è inaspettata, Rick Jones. I miei ultimi pensieri sono stati di vedute…più larghe.

-Come ha fatto a sentirmi se sono nella Zona ?

-Se un mezzo Kree può sentirti mentalmente, come potrebbe non farlo la massima evoluzione delle menti Kree ?

-Ti saluto, Supremor. Ho sentito molto parlare di te.

-Il figlio di Mar-Vell…così ci incontriamo ancora.

-Veramente è la prima volta che…

-Speravo che Mar-Vell mettesse al mondo un puro e sano Kree. Se non ho potuto assorbire la sua mente dentro di me, avrei potuto rimediare alla mia mancanza. Ma noto che anche tu hai un certo…potenziale.

-Poche chiacchiere, Intelligenza. Cosa sai dei marziani ?

La Suprema Intelligenza lo guardò intensamente per qualche secondo, sia con i suoi “veri” occhi che con gli occhi della mente. Ed il suo sorriso fu più marcato. Era in vantaggio.

-Non esiste nessuna specie vivente originaria di Marte.

-Non ci casco. Sai di cosa parlo. Della razza imparentata con degli esseri di Ganimede.

-Quwrrln.

-Quindi li conosci.

-A Kree-Lar si diceva “Non cade una foglia che la Suprema Intelligenza non voglia”. Certo che li conosco. Li ho analizzati per decidere se annettere il loro mondo all’Impero Kree ed ho considerato un intervento…inappropriato. Rispetto agli standard Kree la loro tecnologia è obsoleta, la loro società primitiva ed i loro poteri mentali sostituibili da un buon Proiettore Omni-Onda.

-Chiedigli dei sogni.

-Sei stato tu ad avvisare gli eroi terrestri dell’imminente invasione ?

-Che motivo avrei avuto ?

-Rispondi con una domanda, Intelligenza. Quantomeno sospetto.

-La mia mente è evoluta al punto che tale definizione è inappropriata. Non ho motivo di ingannarti con le semplici parole; con il più casuale dei pensieri posso farti dimenticare di essere stato qui.

-Forse, ma non con Rick. Puoi influenzare le menti umane solo in sogno. Inoltre io sono per metà un Eterno di Titano, una razza le cui radici sono terrestri. Probabilmente non puoi controllare neanche la mia mente.

-Se questi pensieri sono per te confortanti, nessuno ti obbliga a rinunciarvi. Ma se credi che io menta, usa la tua Coscienza Cosmica per assicurartene.

-Non funziona a comando.

-Ne sei sicuro ? O piuttosto non sei capace di usarla ?

-Ho idea che non andremo molto lontano se continuiamo così. Fammi uscire, Marv.

-Posso continuare da solo.

-Ho molta più esperienza di te con la Suprema Intelligenza.

-Ed io ho molta più esperienza di te in materia di Kree.

-Siete al cospetto del capo del defunto Impero Galattico Kree. Sarebbe meglio approfittare della sua presenza.

-E va bene Rick, faremo a modo tuo per l’ennesima volta.

Genis sbatté le Nega-Bande ed il suo corpo fu circondato da un campo di energia che vorticò per alcuni istanti. Quando scomparve al suo posto c’era Rick Jones.

Si avvicinò alla vasca di contenimento e fissò la Suprema Intelligenza negli occhi.

-Cosa sai dell’invasione ?

-So che la potenza dei cosiddetti marziani è tale da conquistare la Terra in pochi mesi, e che i terrestri non hanno la minima possibilità di accorgersi dei loro piani.

-Sei stato tu.

-Non puoi esserne certo.

-Dici, testa tentacolata ? Da anni cerchi di conoscere il segreto della Forza del Destino a cui gli umani possono attingere. Se gli alieni conquistassero la Terra avresti poco da studiare. E poi c’è questa installazione. Ne hai bisogno. So che non ti trovi qui contro la tua volontà.

-Se per ipotesi tu avessi ragione… se fossi stato in grado, per così dire, di vedere il futuro della Terra dopo l’invasione, ed avessi già messo in moto gli eventi che vi porteranno a sconfiggere gli alieni… posizionando pedine invisibili e progettando piani di cui non potreste nemmeno comprendere la base…in questo caso, cosa vorreste da me ?

 

-Informazioni sugli alieni, o sul loro piano, o sulle navi, su qualunque cosa ci possa essere utile per prevenire una guerra.

-Prevenire una guerra. Perché mai ? Guarda le stesse forze che stanno per difendere il pianeta…il loro stesso capo, Capitan America, non sarebbe mai esistito senza una guerra. Non sarebbero state fatte ricerche, non si sarebbero portati avanti dei progetti…la Terra sarebbe senza difesa. Le guerre sono necessarie allo sviluppo della società. I deboli periscono ed i più forti migliorano. Perché evitare una guerra ? Per evitare le vittime ? I terrestri sono mortali. Morirebbero comunque. Meglio che lo facciano per una ragione superiore.

-Ricordo quando il vecchio Marv mi raccontò la storia dei primi anni dell’Impero Kree. Disse che il governo prese le menti che rappresentavano il meglio dell’Impero, e che crearono un essere che racchiudeva in sé il lato peggiore della società Kree, un lato che avrebbe anteposto lo stato al singolo…un essere che col tempo avrebbe divorato tutto ciò che c’era di buono nei Kree, e che un giorno li avrebbe portati alla distruzione. Buffo come tutto sia andato come prevedeva.

-Queste allusioni non mi toccano minimamente. Non fornirò ai terrestri ulteriori informazioni od ulteriore aiuto. Non potete obbligarmi neanche minacciando di distruggere questa installazione. Voi mi preferite qui, vicino a voi, dove potete controllarmi, che in una galassia lontana ad orchestrare la vostra morte. E non mi ucciderete, perché sapete che io ritornerei. L’ho già fatto in passato.

 

Rick sbatté nuovamente la Nega-Bande per ritornare nella Zona Negativa.

-Andiamocene da qui, Marv. Non otterremo niente da lui.

-Aspetta, Genis-Vell. Nonostante avessimo idee divergenti, tuo padre ha fatto molto per l’Impero, forse anche quando agiva apertamente contro di esso. Alleati con me, riscatteremo il nome di Mar-Vell nell’Impero Kree, elimineremo il ricordo del suo tradimento.

-L’Impero non esiste più, Intelligenza…lo hai distrutto tu. Lascia che ti dica una cosa. Mio padre aveva ragione, i Kree sono diventati freddi, ossessionati dalla guerra e dalla conquista. Se non fosse stato per te, forse avrebbero potuto accorgersi dei loro errori. Mia madre era un’Eterna di Titano. Mi parlò del tirannico sistema di vita Kree, e paragonato a Titano mi sembrava l’inferno. Sai cosa ti dico, Intelligenza ? Sono fiero di essere il figlio di un traditore dell’Impero.

-Vattene, Genis-Vell…non disturbarmi più.

Genis si girò ed aprì la porta. Prima di uscire si voltò e chiese:

-Un’ultima cosa. Epoch non mi ha saputo dire l’origine delle Nega-Bande. Tu che cosa ne sai ?

-Niente. Le Nega-Bande sono le uniche armi più antiche di me, e nessun Kree ne conosce l’origine.

-Come temevo. Addio, Intelligenza.

Le porte si richiusero, lasciando la sala alla fioca luce della vasca di contenimento.

-Epoch, eh ?

 

-Devi ammettere che è stata una perdita di tempo.

-Però ci ha fatto capire di essere stato lui ad avvisare Cap. Ci ha anche detto di avere già iniziato un piano che risolverà tutto.

-Ha anche esaltato la guerra. L’invasione potrebbe anche fallire, ma costare ai terrestri delle enormi perdite.

-Sinceramente, Marv, non ci piace essere chiamati “terrestri”.

-Ma è quello che siete, no ?

-Almeno non hai detto “terricoli”. Preferiamo “esseri umani”, però.

-I Kree sono chiamati Kree, i Titani sono chiamati Titani…perché bisognerebbe chiamare i terrestri in un altro modo ?

-Lascia perdere, quella è la dimora dell’Osservatore.

-Ci sei già stato ?

-No, ma Hulk me ne ha parlato. Non è stato molto chiaro, ma so che l’ingresso non è dove sembra.

-Dov’è allora ?

-Che ne so, ti ho detto che non ci sono mai stato !

Genis atterrò davanti a quello che sembrava una porta, o meglio un arco. Il muro però non nascondeva nessuna porta, e non si vedevano  ingressi.

-E allora come entro ?

-Prova a bussare.

-Rick, questo Osservatore non ci farà mai entrare.

-Certo, sei tu l’esperto adesso…Che ne sai tu di Osservatori ?

-C’era un Osservatore a Kree-Lar. Si chiamava Ogne. Nessuno lo ha mai visto, e nessuno è mai riuscito ad entrare nella sua dimora.

-Allora il nostro Osservatore deve avere un protocollo più elastico. Tu bussa.

-Come si fa ?

-Come si fa cosa ?

-Come si bussa ?

-Non lo sai !?

-Su Titano tutte le porte sono sempre aperte, e c’è un sensore che indica se qualcuno è davanti alla porta.

-Di tutte le…E’ come dare un pugno, solo…

Genis colpì il muro, ritraendo la mano e massaggiandola per lenire il dolore.

-Il grande super-eroe cosmico che non riesce neanche a bussare. Forza genio, chiamalo.

-Okay. Ehm…Osservatore della Terra ! Sono Capitan Marvel, figlio di Mar-Vell. Ho bisogno del tuo aiuto per sventare un’invasione sulla Terra.

Attese qualche secondo una  risposta, senza successo.

-Non accetterebbe mai di sventare un’invasione. Non direttamente almeno. Prova a girare un po’ attorno alla questione.

-Osservatore…avremmo bisogno di qualche informazione su di una specie aliena.

Di nuovo nessuna risposta.

-Vediamo…potresti dirci chi potrebbe darci delle informazioni su una razza aliena ?

Niente.

-Oh, al diavolo !

Si alzò in volo e colpì la dimora con un potente colpo fotonico. La superficie marmorea assorbì l’energia e la rispedì verso di lui. Le Nega-Bande riassorbirono l’energia. Attaccò per altre due volte, ignorando le continue proteste di Rick. Durante un ennesimo attaccosvanì e si ritrovò in una immensa stanza vuota; su una delle pareti apparve un enorme volto leggermente deformato.

-Altri attacchi non saranno tollerati. Desisti dalle tue intenzioni o ti rispedirò sul tuo pianeta natale.

-Che mi venga…alla fine siamo riusciti a parlargli.

-Smetterò di attaccare, Osservatore, ma ho bisogno di un tuo favore.

-Gli Osservatori non fanno favori, Genis-Vell. Noi osserviamo soltanto.

-Ma so che in passato hai aiutato i terr… gli esseri umani. Sono loro ad avere un urgente bisogno del tuo aiuto.

Genis si aspettava una replica, ma Uatu non disse nulla. Approfittando del suo silenzio, Genis provò a fare la sua richiesta.

-So che non vuoi interferire. Si tratta solo di darci qualche informazione sui marziani, o dirci chi può aiutarci a sconfiggerli. E’ molto importante.

Uatu sembrò perplesso e aprì leggermente la bocca come per parlare. Poi abbassò lo sguardo e disse:

-Non oso interferire. Se l’invasione avrà successo io non interferirò…osserverò soltanto. Metti in atto il resto della missione che ti è stata affidata. E’ tutto.

Genis si ritrovò all’improvviso all’esterno della dimora.

 

-Un’altra perdita di tempo. Meglio fare come dice ed andare su Titano, come voleva Capitan America.

-Hai visto l’espressione che aveva ? Come se gli dispiacesse non poter fare niente.

-Non ho il tempo di preoccuparmene adesso. Il viaggio su Titano impiegherà diverse ore. Le comunicazioni sono interrotte e non mi ci posso teleportare come l’ultima volta (vedi Capitan Marvel #3).

-Credi che Mentore possa aiutarci ?

-Non lo so. Titano è storicamente neutrale, ma dopotutto la Terra è la loro dimora ancestrale.

-Se non funziona potremmo anche andare su Ganimede.

-Non so…dalle informazioni che abbiamo i marziani non hanno contatti con loro da moltissimo tempo. Ma spero che sia sufficiente far visita solo a Mentore. Prima troveremo aiuto, prima potrò prendere parte alla battaglia.

-Che battaglia ?

-La battaglia con gli alieni. Questo vagare tra le stelle per trovare alleati non è una cosa da guerriero.

-E allora ? Se Uatu ci avesse aiutato forse non ci sarebbe stata neanche una battaglia.

-Sì ma…insomma, come posso onorare l’eredità di mio padre se non posso mostrare il mio coraggio in battaglia ?

-Ci sono altri modi per dimostrare di essere degni, Marv.

-Mio padre era il più grande guerriero Kree…io finora non sono stato altro che un bullo ed un avventuriero.

-Sei stato un eroe, Marv, e tuo padre sarebbe stato fiero di te.

-Tu dici ? Queste Bande mi danno un grande potere, Rick, e ciò comporta grandi…

-Non rifilarmi la solita frase, ti prego. Che importanza ha se abbatti delle navi spaziali o se trovi un aiuto ? Hai fatto del tuo meglio, e questo è tutto ciò che un uomo può fare, e tutto ciò che gli si può chiedere. E’ questo che definisce un eroe.

-Chi lo ha detto ?

-Capitan America.

-Parliamo di te, allora. Perché rischiare la vita lavorando con i super-eroi ? Non parlo di me, non hai scelto di fondere le tue molecole con le mie.

-Beh, è una storia molto più complicata della tua…

-Più complicata di una Eterna che si feconda con il DNA del compagno morto dando vita ad un figlio cresciuto artificialmente? Vorrei sentire una storia così.

-Sono io quello spiritoso, tra i due. Beh, prima sono stato il partner di Hulk…ero io il responsabile della sua situazione. Poi ebbi a che fare con i Vendicatori…e con Cap. Lui credeva che io potessi fare qualcosa…che potessi addirittura aiutarlo a salvare il mondo. Come si può rifiutare ?

-Insomma hai iniziato a desiderare di essere un super-eroe.

-Sì. Ho avuto i miei momenti di gloria…ma sono sempre durati poco.

-Quindi io cerco di essere all’altezza di mio padre, e tu cerchi di essere all’altezza degli eroi di cui sei stato la spalla. Non c’è molta differenza.

-Sai una cosa, Marv ? Dopotutto essere fusi non è una cosa così terribile come pensavo.

-Sono felice di sentirtelo dire.

-Ma non rinfacciarmelo quando questi tre soli del cavolo renderanno ancora questo deserto un inferno…

 

Mentre Capitan Marvel è in viaggio, gli alieni non perdono tempo. Mancano più di cento milioni di chilometri per raggiungere Titano, mentre i marziani sono a meno di cento chilometri. Ad un milione di chilometri si apre una porta nel nulla, una porta che conduce…altrove. Ne esce un uomo basso, vestito stranamente.Era questo il luogo del segnale ? Non poteva esserne sicuro. Mentre si guardava intorno vide una grande nave madre da cui uscivano innumerevoli veicoli più piccoli.

Sciami di tripodi attaccano le maggiori città della Terra, per poi espandere l’attacco.

Los Angeles, California. Marlo Jones ha già chiamato più volte, ma non risponde nessuno. Non c’è molta gente al negozio di fumetti dove lavora. Si incammina verso la casa di suo marito…del suo ex marito. Anzi, a ripensarci non è nemmeno ex…sono solo separati. Eppure non riesce a restare senza vederlo per più di un giorno…c’è ancora qualcosa tra loro. Rick sembrava ancora distante, occupato dai suoi amici super-eroi. E lei ? Era destinata ad essere la damigella in pericolo di Rick ? Solo una comparsa nella sua vita ? Dovevano parlare, e questa volta non lo avrebbe lasciato scappare.

L’appartamento di Rick è inconfondibile anche da fuori: è l’unico con un grosso buco nel muro. Mentre si incammina, il sole improvvisamente si oscura, mentre pochi secondi prima splendeva. C’è una specie di disco che lo oscura…un disco che si allarga. Anzi, che si avvicina. Il disco si frantuma e si rivela un enorme sciame.

Dalla strada si sollevano alcune urla, che aumentano a dismisura quando i tripodi lanciano raggi di energia che colpiscono il terreno creando delle piccole esplosioni.

Marlo è paralizzata dalla paura, ma solo per qualche secondo. Quando al proprio matrimonio è intervenuta l’incarnazione del male si impara a reagire. Entra di corsa nel palazzo mentre tutti escono. Sale di corsa le scale anche se il giorno prima ha fatto degli straordinari nella palestra dove insegna aerobica.

-Lechiavilechiavidovecavolohomessolechiavidell’appartamento…

Entra di corsa nell’appartamento e chiama Rick ad alta voce. Non risponde nessuno. Guarda dalla finestra: le navi sono ovunque in città. C’è un ronzio poco distante da lei. Una nave fluttua davanti al buco nel muro.

Marlo afferra una tavola da surf argentata e la lancia contro la nave, correndo dall’altra parte dell’appartamento. La tavola, una foto di Capitan America che stringe la mano di Rick ed un autografo con dedica di Stan Lee sono disintegrati da un raggio laser. Marlo evita un altro colpo abbassandosi ed il raggio colpisce un busto raffigurante un uomo in armatura argentea.

Marlo urla, sicura di essere vicina alla morte, e di non poter resuscitare questa volta.

Improvvisamente la nave diventa di vetro e cade a terra, sfracellandosi contro il marciapiede. Marlo corre a vedere: un uomo basso con un costume verde e viola sta sospeso in mezzo alla strada, ed ogni nave che indica è distrutta.

-Ehi ! Ma che è successo ?

L’uomo si gira e la guarda, rimanendo a bocca aperta per qualche secondo. Poi cammina lentamente verso di lei, entrando dal buco nel muro ed atterrando dentro l’appartamento. Ad un cenno il muro si ricompone da solo.

-Chi sei ? Una specie di super-eroe ?

-Non proprio. Che città è questa ? Non sono riuscito ad orientarmi, ma questa era una delle poche città non protette.

-Siamo a Los Angeles. Come hai fatto a…

C’è un gran boato ed il muro è di nuovo distrutto. L’uomo basso si gira e schiocca le dita: la nave diventa liquida. Al suo posto fluttua un essere tentacolare che rimane sospeso tramite una specie di piattaforma. L’uomo basso disintegra la piattaforma e l’alieno cade ingloriosamente a terra.

-Adesso mi avete veramente stufato !!

Fa un ampio gesto verso il cielo e tutta Los Angeles è coperta da un immensa cupola di vetro. Altre navi cercano di distruggerla, ma la cupola è impenetrabile.

-E’ una specie di invasione ?

-Sì, ce ne sono su tutto il pianeta.

-Non puoi fare altre cupole ?

-Non so…potrei trovare abbastanza materia, ma per una difesa generale dovrei collegarle tutte e non reggerebbero al loro stesso peso. Non riuscirei ad applicare una pressione vettoriale neanche con l’aria. Vedi, la densità molecolare…

-E tutte le navi che sono dentro ?

-Ci penserà qualche super-eroe.

-Capitan Marvel non si è fatto vivo ?

-Non l’ho vista. Pensavo operasse a New York…come tutti i Vendicatori del resto.

-No, è di LA.

-Come posso contattarla ?

-Non saprei…Ma se è fuori non potrà passare per la cupola.

-E’ trasparente, trasformandosi in luce potrà passare.

-Non sapevo potesse farlo.

-Sai, tu mi ricordi moltissimo Marsha…Ora devo andare. Quelle navi stanno dando del filo da torcere alla mia cupola. Sarà meglio fermarle.

Volò verso il punto più alto della cupola e lo oltrepassò.

-Ehi, hai dimenticato di riparare il buco !

 

Gli anelli di Saturno brillano in lontananza. Capitan Marvel attraversa la densa atmosfera di idrocarburi di Titano. E’ un mondo freddo e sterile. Trova facilmente la porta di ingresso, anche se in quel punto sta piovendo metano. Le Nega-Bande emettono un segnale particolare e la porta si apre. Dopo aver percorso un piccolo canale atterra in una grande piazza, illuminata da un piccolo sole artificiale. Mentore è lì vicino, ad ammirare una statua che lo raffigura.

-Mi fa piacere rivederti, Genis.

-Salve, Mentore. Non porto buone notizie.

-Prego Kronos che un giorno un vecchio amico mi faccia visita senza che ci sia una catastrofe imminente.

-Anche io avrei bisogno di Kronos, ma preferisco chiedere il tuo aiuto.

-Per l’invasione della Terra, senza dubbio.

-Ne sei a conoscenza !?

-E ti pareva…

-Naturalmente. Me ne ha parlato Eros dopo la riunione sulla Terra. ISAAC ha anche rilevato una fitta rete di comunicazioni telepatiche in orbita attorno alla Terra. Mi duole informarti che l’invasione è cominciata da poco.

-Allora non c’è tempo da perdere. Abbiamo bisogno del tuo aiuto.

-Mi rincresce Genis, ma non posso. Conosciamo questa razza…o meglio conoscevamo i Quwrrln. Si stabilirono su Ganimede prima della fondazione di Titano, ma conosciamo la loro esistenza.

-Allora avremo bisogno di tutte le informazioni in tuo possesso e di qualche nave.

-Chiederò ad ISAAC di creare un disco con tutte le nostre informazioni…in un formato leggibile dai computer terrestri. Ma non posso fornirvi navi. Titano è sempre neutrale nelle guerre.

-E’ un’emergenza, Mentore. Non te lo chiederei altrimenti.

-La Terra ha respinto altri invasori, ha fermato guerre intergalattiche…ha persino fermato Galactus e mio figlio Thanos. Perché avrebbero bisogno di noi ?

0-Perché non sono sicuri di poter vincere prima di essere sterminati.

-Cerca di capirmi, Genis…siamo un regno piccolo. Molti imperi stellari vorrebbero la nostra avanzata tecnologia e la nostra posizione strategica nei confronti della Terra, e non si può negare che abbia molti nemici potenti. Ho stabilito dei trattati di pace con varie potenze dichiarandomi sempre neutrale in conflitti che non coinvolgano Titano, e siamo stati riconosciuti come stato sovrano. Intervenire a favore della Terra in questo modo dimostrerebbe che non siamo neutrali come abbiamo sempre detto.

-Niente da fare, Genis. E’ troppo preso dalla politica per darti retta.

-Sarai anche un esperto su quasi tutto, Rick, ma Mentore è stato come un padre per me, e lo conosco bene. Mentore, sei arrivato su di un pianeta morente e ne hai fatto un paradiso. Ma gli Eterni provengono dalla Terra. Titano è come il suo fratello maggiore, e la Terra deve crescere da sola. Ma se l’invasione avverrà, sarà una catastrofe. Vuoi che la Terra soffra lo stesso supplizio che Titano ha dovuto subire per colpa di Thanos ? Una volta conquistata la Terra arriveranno anche qui.

Mentore restò in silenzio per qualche attimo, e quando parlò non era più il politico a parlare. Non era nemmeno l’uomo. Era il dio che aveva creato questo paradiso, e che adesso doveva fermare il serpente.

-La Terra avrà il nostro appoggio, Genis. Dirò agli altri governi stellari che i marziani rischiano di compromettere la nostra sovranità. Avrete a disposizione tutte le navi che possediamo, ma dovete capire che siamo rimasti in pochi e che non siamo mai stati un esercito combattente.

-Capisco. Fai quello che puoi, Mentore. Nessuno può chiedere di più.

Mentore si incamminò verso il complesso principale che ospitava ISAAC, il computer supremo di Titano.

-Le navi partiranno entro un’ora, Genis. Ti fornirò un mezzo che ti permetta di tornare rapidamente sulla Terra; il teletrasporto astronomico è ancora in operativo.

-Grazie, Mentore.

-Un’ultima cosa, Genis…Mar-Vell sarebbe orgoglioso di te.

-Lo spero, Mentore. Lo spero proprio.

 

Qualche minuto dopo la piccola nave partì. Una volta oltre l’atmosfera di Titano i sofisticati motori aprirono per un istante una fessura nello spazio-tempo, e la nave si ritrovò nell’orbita lunare. Non si vedevano che navi aliene. Una di esse distrusse la nave di Titano, ma Capitan Marvel rimase illeso.

-Accidenti, sembra “Orson Welles racconta Independence Day”…

-Rick, grazie per il discorso che mi hai fatto durante il tragitto per Titano. Non credevo che qualcun altro avesse dovuto affrontare qualcosa di simile a quello che ho passato io.

-Non diventarmi melenso adesso, faccia stellata. C’è un lavoro da fare.

Una nave attaccò Genis alle spalle, ma la Coscienza Cosmica lo avvertì in tempo. Fece schioccare le nocchie mentre accumulava energia fotonica. Era circondato da dieci tripodi.

-Un lavoretto semplice semplice. Facciamo vedere a questi marziani cosa succede quando si attaccano i pianeti sbagliati…

 

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“LA GUERRA DEI MONDI” #2